Il
Maggiore Giuseppe La Rosa era originario di Barcellona Pozzo di Gotto (ME),
paese in cui viveva in con i genitori, due fratelli ed una sorella. Dopo essersi diplomato al Liceo Scientifico "E. Medi", partecipò al concorso come ufficiale dell'Esercito Italiano, frequentando il 183^ Corso dell'Accademia Militare di Modena. I
compagni di corso lo ricordano come un ragazzo dai grandi valori, che amava la
famiglia e gli amici oltre che il proprio lavoro. Al termine dei cinque anni di Accademia, fu assegnato inizialmente al 7^ Reggimento Bersaglieri di Bari e successivamente, al 3^ Reggimento Bersaglieri di Capo Teulada (CA). Il suo comandante, il
colonnello Corrado Carlini, di lui diceva: "Era un ufficiale solare, sempre
disponibile . Professionalmente preparato, bene si era inserito nella realtà
del Reggimento".
Era partito due volte in missione: in Kosovo negli anni 2007 e 2009 e in Afghanistan nel periodo ottobre 2011- marzo 2012. Come Ufficiale addetto all'Ufficio Operazioni ed Addestramento del 3^ Reggimento Bersaglieri ritornò in Afghanistan a marzo 2013, con rientro previsto in Patria a settembre 2013.
Nella
mattina dell’8 giugno 2013 alle h. 10:30 ora locale di Farah (Afghanistan), le
h 07:00 italiane, mentre viaggiava su un mezzo VLTM “Lince” appartenente al
convoglio del MAT (Military Advisor Team) rientrando nella base di Farah dopo
aver svolto attività in sostegno alle unità dell’esercito afghano, il veicolo è
stato oggetto di un attacco. Un elemento ostile ha lanciato un ordigno
esplosivo all'interno del primo dei tre mezzi del convoglio. Il Maggiore è caduto
per preservare la vita agli altri 3 militari che viaggiavano con lui e che hanno
riportato ferite.
Le
esequie si sono svolte presso basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma alla
presenza delle più alte cariche dello Stato. Durante l’omelia pronunciata dal
monsignor Vincenzo Pelvi, ordinario militare ha detto “Qui tra noi c’è
Giuseppe: un ragazzo motivato e sensibile, attento ai più bisognosi. Giuseppe
era fiero, orgoglioso della sua professione. Il suo era un amore pieno, attivo,
solidale, preoccupato che non attende essere ricambiato. Egli sapeva bene che
amare può portare a morire per l’altro”. “Caro Giuseppe – ha aggiunto
l’ecclesiastico – l’Italia tutta, particolarmente chi ti ha voluto bene che ti
ha tanto amato, coloro che ti sono stati vicini e che continuano il lavoro
umanitario ti dicono grazie”.
All’ufficiale
il 06 febbraio 2014 è stata conferita la medaglia d’oro al valor militare.
L’onorificenza è stata consegnata con la seguente motivazione: “Ufficiale dei
bersaglieri, impegnato nella missione ISAF in Afghanistan, nell’ambito dei team
militari di supporto alle Forze Armate Afghane, durante un movimento tattico
logistico veniva fatto oggetto di un vile attentato terroristico. Con eroico
gesto, dimostrando non comune coraggio, impareggiabile generosità e cosciente
sprezzo del pericolo, si immolava ponendosi a scudo delle altrui vite,
proteggendole con il proprio corpo dalla deflagrazione di un ordigno lanciato
all’interno del veicolo nel quale viaggiava. Altissima testimonianza di nobili
qualità umane ed eroiche virtù militari, spinte fino al supremo sacrificio.
Farah (Afghanistan), 8 giugno 2013”.